Un bambino su tre, in Italia (specie al nord), è malato per colpa dell’inquinamento

0

Un bambino su tre, in Italia (specie al nord), è malato per colpa dell’inquinamento

A causa dell’inquinamento atmosferico, negli ultimi dieci anni in alcune regioni del Nord Italia vi è stato un incremento del 15 percento nel numero di patologie respiratorie infantili. Nel complesso i fattori ambientali sono responsabili del 33 percento delle malattie nei bambini italiani.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it

In occasione del 43/mo Congresso Nazionale della FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri, sono stati divulgati nuovi e preoccupanti dati sul legame tra inquinamento atmosferico e patologie infantili. Dal documento, presentato dal presidente della FIMP Giampietro Chiamenti, è emerso che negli ultimi dieci anni vi è stato un deciso incremento delle malattie respiratorie, salito persino del 15 percento in alcune regioni del Nord Italia, più sensibili agli effetti delle polveri sottili a causa della maggiore concentrazione delle industrie, del traffico stradale intenso e delle peculiari condizioni meteo-geografiche. “I bambini – ha sottolineato il dottor Chiamenti – sono le prime vittime dell’inquinamento e sono dieci volte più esposti ai rischi rispetto agli adulti, soprattutto nei primi mille giorni di vita. Al tempo stesso però le nuove generazioni hanno comportamenti anti-ecologici meno radicati. Devono quindi essere i più giovani, e le loro famiglie, i principali destinatari di progetti educativi”.

Il dato è emblematico per i bambini al di sotto dei cinque anni, una fascia di età nella quale l’inquinamento atmosferico si ritiene sia responsabile del 33 percento delle patologie. Essendo esposti a tali rischi sin da piccoli, non stupisce che in Italia si registri il record europeo di decessi causati da tale fattore. In base a un dato divulgato nel 2015 dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e relativo al 2012, nel nostro paese vi sono stati quasi 60mila decessi prematuri provocati dal particolato fine (PM 2.5), 3.300 dall’ozono e 21.600 dal biossido di azoto, per un totale di circa 85mila morti. La situazione non è paragonabile a quella che si vive ad esempio in Cina, dove Pechino viene totalmente avvolta da una cappa di smog, tuttavia la situazione è preoccupante ed è necessario un intervento rapido.

Alla luce dei nuovi dati, la FIMP ha messo a punto assieme all’Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili (ANTER) un Protocollo mirato alla sensibilizzazione dei cittadini sul tema della salvaguardia ambientale, un nodo centrale che ha dirette conseguenze sulla nostra salute. “L’inquinamento è un killer silenzioso che va al più presto fermato – ha sottolineato la dottoressa Maria Grazia Sapia, referente FIMP Ambiente – ma basterebbe cambiare alcune abitudini quotidiane per ridurre in modo significativo le polveri sottili presenti nell’aria delle nostre città”. “Così potremmo anche diminuire l’incidenza di gravi patologie”, ha concluso la dirigente. Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico e le misure da intraprendere per ridurne l’impatto saranno il fulcro delle discussioni al G7 Ambiente, previsto il prossimo mese di giugno a Bologna.

[Foto di cwizner]

Share.

Leave A Reply