Trovati ivelli scioccanti di sostanze chimiche in un’orca spiaggiata in Scozia

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Trovati ivelli scioccanti di sostanze chimiche in un’orca spiaggiata in Scozia

Lulu faceva parte dell’ultimo branco di orche del Regno Unito. Ne restano solo 8 esemplari
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Nel 2016 una femmina di orca ben conosciuta, chiamata Lulu, è stata trovata spiaggiata e morta sulla costa dell’isola di Tiree in Scozia, dopo che era rimasta impigliata in una rete da pesca.

I ricercatori che hanno esaminato la carcassa di Lulu non si aspettavano di scoprire quello che hanno trovato: il suo corpo conteneva tra i più alti livelli di policlorobifenili, o PCB, mai registrati.

I PCB sono stati  vietati negli anni ‘70, ma persistono ancora nell’ambiente e ora i  ricercatori temono che altre orche dl branco di Lulu – l’ultimo residente del Regno Unito e che sarebbe ridotto a 8 individui che vivono al largo della costa occidentale della Scozia –   abbiano livelli di contaminazione altrettanto elevati.

Andrew Brownlow, a capo dello Scottish marine animal stranding scheme e patologo veterinario dello Scotland’s rural college (Sruc), ha detto a Rebecca Morelle, corrispondente scientifica di BBC News, che «Lulu aveva livelli scioccanti di PCB. I livelli di contaminazione da PCB di Lulu erano incredibilmente alti, sorprendentemente, quindi, erano 20 volte superiori al livello di sicurezza che ci si aspetterebbe che i cetacei siano in grado di gestire. Questo la mette tra gli animali più contaminati del pianeta in termini di carico di PCB, e solleva seri interrogativi per la sopravvivenza a lungo termine di questo gruppo», di orche scozzesi.

Nel secolo scorso, i PCB sono stati ampiamente utilizzati dall’industria, si tratta di sostanze chimiche artificiali estremamente stabili, resistenti a temperature e pressioni estreme e con proprietà isolanti. Per questo venivano utilizzati per realizzare materie plastiche, vernici e apparecchiature elettriche. Ma dl 1970 in poi, quado venne scoperta la loro  tossicità per l’uomo e gli animali, i PCB sono stati gradualmente vietati. Però queste sostanze chimiche impiegano molto tempo per degradarsi e permangono nell’ambiente, in particolare nelle discariche di rifiuti, dove sono stati “smaltiti” e da dove possono filtrare fino a raggiungere i corsi d’acqua e il mare. Poi si accumulano nella catena alimentare marina, colpendo particolarmente gli animali al vertice: oche, delfini e focene.

Nei cetacei i livelli di PCB sono misurati in milligrammi per chilogrammo di lipidi e Brownlow evidenzia che «La soglia alla quale  riteniamo che vi sia qualche forma di effetto fisiologico causato dal PCB è di circa 20-40 mg/kg immagazzinati  all’interno dei tessuti. Lulu aveva un livello di PCB di 957mg/kg e questo la mette tra uno degli individui più contaminati che abbiamo mai visto».

Gli scienziati ritengono che Lulu fosse una giovane orca di una ventina di anni, un’età abbastanza bassa per cetacei noti per la lot ro longevità, ma che è bastata ad accumulare livelli di PCB così alti.

Ci sono prove che queste sostanze chimiche possano mettere in pericolo il sistema immunitario, ma anche la riproduzione delle orche e degli altri cetacei. «Questo è certamente quello che abbiamo trovato, nel caso di Lulu – ha spiegato Brownlow a BBC News – Dopo aver esaminato le ovaie, non c’era alcuna prova che fosse mai stata sessualmente attiva o avesse mai avuto un cucciolo»

Le sostanze chimiche possono anche influenzare il cervello e gli scienziati ritengono che la contaminazione potrebbe essere stato una causa della morte di Lulu: «Le orche sono incredibilmente intelligenti, sono animali molto agili, socialmente consapevoli. Lulu avrebbe probabilmente trascorso gran parte della sua lunghissima  vita nelle acque della costa occidentale. E’ potenzialmente plausibile che ci sia stato qualche effetto dei PCB che in qualche nodo la aveva debilitata e che non fosse abbastanza forte o anche abbastanza consapevole per affrontare questo impigliamento. Vediamo molto raramente orche impigliate: in realtà questo è uno dei primi casi che abbiamo documentato».

I PCB sono un problema mondiale, ma un recente studio ha rivelato che le acque europee sono tra quelle con i più alti livelli di queste sostanze chimiche e si stima che in Europa ci sia ancora un milione di tonnellate di materiale contaminato da PCB in attesa di essere smaltito. Ma liberarsene è costoso e difficile: per distruggere il PCB deve essere incenerito a temperature di più di 1,000° C.

Ian Boyd, capo consulente scientifico del Department of environment, food and rural affairs (Defra) britannico, ha detto a BBC News che «La questione è molto preoccupante, ma anche complicata. I dati dimostrano che le concentrazioni di PCB sono in calo nell’ambiente marino, quindi il regolamento che abbiamo in atto sta funzionando. E’ solo che ci mettono molto tempo per scomparire. In generale penso che stiamo andando nella giusta direzione, ma ci vorranno molti più anni per arrivare a un punto in cui scompariranno del tutto. Lulu era abbastanza vecchia, quindi avrà accumulato [PCB] nel corso della sua vita e questo è il motivo per cui aveva livelli così elevati E’ un’eredità probabilmente si portava dietro dai suoi primi anni, probabilmente». Lulu ha probabilmente cominciato ad avvelenarsi con il latte materno.

Ma alcuni scienziati pensano che dovrebbe essere fatto di più: Paul Jepson dell’Istituto di zoologia della Zoological Society of London ha detto a BBC News che «I PCB non sono  un problema intrattabile in Europa. Ormai da molti anni, i livelli di PCB negli Stati Uniti sono lentamente diminuiti negli esseri umani e in altri biota come il pesce, e la mitigazione complessiva PCB è generalmente considerato un successo negli Stati Uniti». Questo è in parte il risultato dei siti alla cui decontaminazione sta lavorando l’Environmental protection agency  Usa. «In Europa abbiamo urgente bisogno di un approccio simile», sottolinea  Jepson, sperando che i tagli promessi da Donald Trump per l’Epa non riportino indietro anche gli Usa.

Se è vero che le orche sono colpite dalla contaminazione da PCB, il loro futuro nel Regno Unito, dove rimangono solo le 8 orche residenti scozzesi, sembra molto fosco: negli anni in cui hanno studiati il branco di Lulu i ricercatori non hanno mai visto nascere un cucciolo e sembra quasi certo che le orche finiranno per scomparire dal mare Regno Unito.

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