Quando l’Amazzonia fu sommersa dall’Oceano Atlantico

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Quando l’Amazzonia fu sommersa dall’Oceano Atlantico

Per due brevi periodi geologici, milioni di anni fa, gran parte dell’Amazzonia venne sommersa da un mare le cui acque arrivarono dal Venezuela del Nord.
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Un piccolo dente di squalo, parti di canocchie e altri organismi microscopici arricchiscono il quadro della storia dell’Amazzonia, in particolare di una lunga e ampia lingua di terra che parte dall’attuale Venezuela fino a comprendere vaste regioni della Colombia, della Bolivia e del Brasile.

La serie di reperti fossili è infatti la prova che l’Amazzonia orientale è stata sommersa dal mare, per ben due volte, a distanza di un milione di anni e per tempi geologici brevi (pochi milioni di anni): l’acqua di quello che per noi, oggi, è l’Oceano Atlantico entrò dal nord del Venezuela e inondò il nord-ovest delle Brasile, arrivando fino a Bolivia e Colombia.

Un dente di squalo ritrovato nei sedimenti petroliferi della Colombia.

La scoperta e il successivo studio sono opera dello Smithsonian Tropical Research Institute, la ricerca è pubblicata su Science Advance (sommario, in inglese) – con un articolo che ne riassume i risultati pubblicato qualche giorno prima su Phis.org.

Quello che racconta il polline. Spiega Carlos Jaramillo, uno degli autori della ricerca: «Le tracce rinvenute nel corso di alcune perforazioni petrolifere in Colombia e in affioramenti di rocce nel nord ovest del Brasile evidenziano chiaramente due distinti eventi di breve durata geologica. La ricerca dimostra che i sedimenti sono di chiara origine marina.» In base ai fossili, lo studio circoscrive con precisione i due periodi temporali: il primo tra 18 e 17 milioni di anni fa, il secondo tra 16 e 12 milioni di anni.

 

Uno squalo grigio (Carcharhinus), simile allo squalo a cui appartiene il dente ritrovato in Amazzonia.

Fino a oggi, l’interpretazione di una serie di sedimenti in alcune regioni del Brasile portava a sostenere che l’Amazzonia potesse essere stata ricoperta da un mare poco profondo di acqua dolce-salata (una sorta di super lago para-marino, che non ha oggi eguali sulla Terra), come conseguenza dell’immenso apporto di acqua dolce dai fiumi che scorrevano verso l’interno della regione.

La ricerca dello Smithsonian prende però avvio dal ritrovamento – nelle carote delle perforazioni petrolifere – di pollini di sicura origine marina separati da strati dove sono invece presenti pollini non marini. I ritrovamenti di un dente di squalo e di fossili di canocchie (piccoli crostacei marini) hanno infine confermato il quadro generale.

 

Una canocchia (Squilla mantis).

Il mare plasma la vita. «Questa ricostruzione della storia dell’Amazzonia», afferma Jaramillo, «è importante per capire qual è stata l’evoluzione del vasto paesaggio amazzonico: l’acqua di mare deve avere avuto un profondo effetto sull’evoluzione e sulla distribuzione della vita.»

Il mare ha certamente distrutto l’intero ecosistema precedente, e quando poi si è ritirato si sono sviluppate specie che probabilmente prima non c’erano. Quello che adesso resta da capire è il motivo di questo abbassamento del livello del suolo, che al momento si interpreta come un compattamento dovuto al peso dei sedimenti trasportati dai fiumi che giungevano dalle Ande.

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