Non dipendere dagli altri!

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Non dipendere dagli altri!

Osserva la tua esistenza e nota come l’hai saturata di gente. Il risultato qual’è? La gente arriva a stringerti in un abbraccio mortale.
di Anthony De Mello
www.fisicaquantistica.it

Cuore incatenatoCon la sua approvazione e il suo biasimo, infatti, essa controlla il tuo comportamento; la gente ha il potere di colmare la tua solitudine con la sua presenza; può innalzare il tuo spirito con le sue lodi, così come ha il potere di ridurti a uno straccio con le sue critiche e i suoi rifiuti.

Guardati: quasi ogni minuto cosciente della tua giornata tu lo spendi a cercar di placare, o di accontentare gli altri. Vivi secondo le loro norme, ti adatti al loro stile di vita, cerchi la loro compagnia, desideri il loro amore, hai terrore del loro biasimo, elemosini il loro plauso, ti sottometti docilmente ai sensi di colpa che essi ti gettano addosso.

Hai terrore di essere fuori moda perfino nel tuo modo di vestire, di parlare, di gestire e addirittura nel tuo modo di pensare. Nota anche un altro fatto: tu dipendi dagli altri e ne sei schiavo anche quando sei tu incaricato di controllarli, gestirli. La gente è diventata talmente connaturata alla tua esistenza, che trovi difficile immaginarti non influenzato, o controllato dagli altri.

In realtà, essi sono riusciti a convincerti che se ti liberi di loro tu diventi un’isola: solitario, scialbo, senza amore. E’ vero invece tutto l’opposto. Come puoi infatti amare uno di cui sei schiavo? Come puoi amare una persona della quale non riesci a fare a meno? Ti è possibile solo desiderare, aver bisogno, temere ed essere controllato. L’amore al contrario si può trovare unicamente nell’assenza di paura e nella libertà. Come raggiungere questa libertà, dunque? Attraverso una duplice offensiva contro le tue dipendenze e le tue schiavitù.

Essere dipendenti dagli altriE’ necessaria anzitutto la consapevolezza. E’ pressoché impossibile essere dipendenti, schiavi, se ci si rende conto della follia della propria dipendenza. Ma la consapevolezza potrebbe non essere sufficiente per una persona che dipende dalla gente. Devi allora coltivare una qualche attività che ti piaccia realmente; devi riscoprire nel lavoro che fai non il lato utilitaristico, ma ciò che esso ha di bello in se stesso.

Pensa a una attività che ti piaccia svolgere proprio per se stessa, sia che ti riesca bene, sia che non ti riesca; che tu ne riceva lode o biasimo; che tu ne ricavi amore e premio, oppure niente; che la gente ne venga a conoscenza e te ne sia riconoscente oppure no.

Quante attività riusciresti a contare nella tua vita cui ti dedichi semplicemente perché ti piacciono e catturano il tuo animo? Riscoprile, coltivale, perché sono esse il tuo passaporto alla libertà e all’amore. Anche in questo campo hai subito probabilmente un lavaggio del cervello, che ti induce a pensare che gustare una poesia, ammirare un panorama, o godere di un brano musicale sia e appaia una perdita di tempo, perché dovresti essere tu a produrre quella poesia, o quella composizione musicale, o quell’opera d’arte.

Ma, secondo questa mentalità anche il produrre queste cose ha in sé poco significato: la cosa veramente importante infatti è che il tuo valore venga riconosciuto. Come può essere buona una cosa se non viene riconosciuta? E neppure è sufficiente questo: deve essere anche applaudita e lodata dalla gente, altrimenti non vale niente. Il tuo lavoro, in sostanza, acquista il suo massimo valore solo se diventa popolare e si vende bene sul mercato!

Ed eccoti nuovamente tra le braccia e sotto il controllo degli altri. Il valore di una azione, non sta nel fatto di essere amata e goduta per se stessa e ritenuta giusta e opportuna, ma nel fatto che riscuota o meno successo. Ma la via verso il misticismo e la realizzazione non passa in mezzo alla gente: passa invece attraverso azioni in cui ci si impegna per se stesse, senza badare al successo, o al tornaconto, senza badare a quelle che sono le “azioni redditizie”.

Contrariamente a quella che è l’opinione comune, la cura contro la solitudine non sta nel trovarsi compagnia; ma nel contatto con il reale: nel momento in cui tu entri in contatto con il reale, arrivi a conoscere che cos’è la libertà e che cos’è l’amore. Staccati dagli altri, e conquisterai così la capacità di amarli. Non devi pensare che per far sgorgare l’amore dal tuo cuore, tu debba innanzi tutto incontrare la gente. Ciò non sarebbe amore, bensì semplicemente attrazione o compassione.

L’amore deve invece nascere prima nel cuore, attraverso il tuo contatto con il reale. Non tanto l’amore per una cosa o per una persona in particolare; ma, l’amore in se stesso: un atteggiamento, una predisposizione ad amare. Sarà  poi questo amore a irradiarsi verso il mondo esterno delle cose e delle persone.

Se desideri veramente che l’amore sia presente nella tua vita, devi spezzare le strettoie della tua dipendenza interiore dagli altri, e il mezzo migliore per riuscirci è uno solo: rendertene conto e dedicarti ad attività che tu ami compiere… così, semplicemente. (Anthony De Mello)

Tratto da: Anthony De Mello: “Chiamati all’Amore” – Oscar Mondadori – Aprile 1998

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