Lupo italiano: una sottospecie unica al mondo sin dai tempi dell’ultima glaciazione
Il lupo grigio appenninico o lupo italiano è una sottospecie unica al mondo, che si è separata geneticamente dagli altri lupi sin dall’ultima glaciazione. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca internazionale con un’accurata indagine sul DNA di centinaia di esemplari.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Un team di ricerca internazionale coordinato da studiosi italiani ha dimostrato che il lupo italiano, conosciuto anche col nome di lupo grigio appenninico (Canis lupus italicus), è una sottospecie unica al mondo, con un pool genetico che si è separato da quello degli altri lupi sin dai tempi dell’ultima glaciazione. La scoperta, pubblicata sull’autorevole rivista scientifica PLOS ONE e divulgata dal WWF in occasione della giornata contro la disinformazione sul lupo (Wolf Day), getta nuova luce sulla specificità di questo affascinante predatore del Bel Paese, spinto sull’orlo dell’estinzione nel secolo scorso e tornato a diffondersi solo grazie a misure di tutela mirate. Non senza conseguenze per la specie, come dimostrano il paventato “Piano abbattimento lupi” e la barbara uccisione di un esemplare in Toscana, scuoiato e appeso su un cartello stradale nei pressi di Livorno.
I ricercatori, guidati dal dottor Romolo Caniglia, genetista presso l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), hanno analizzato il DNA di moltissimi esemplari provenienti dall’Italia e dal resto dell’Europa, determinando l’eccezionalità del lupo italico. “Abbiamo studiato la variabilità genetica di centinaia di lupi provenienti da cinque diverse popolazioni europee – ha sottolineato l’autore principale dello studio – e quello che è emerso è chiaro: il lupo italiano è nettamente distinto da tutti gli altri lupi d’Europa e del mondo, sia a livello di cromosomi autosomici, la maggior parte del DNA di un individuo, che a livello mitocondriale, ovvero il DNA ereditato per via materna”.
Il lupo italiano iniziò a distanziarsi geneticamente dagli altri lupi circa 10mila anni fa, in un periodo nel quale l’essere umano, perlomeno in Europa, non aveva ancora sviluppato l’agricoltura, e le comunità erano formate principalmente da cacciatori-raccoglitori. A quell’epoca i nostri antenati iniziarono ad addomesticare questi predatori, dal quale originarono i primi cani.
Questa unicità genetica, scaturita dall’isolamento geografico prodotto dalle Alpi, rende il lupo nostrano un vero e proprio “prodotto made in Italy”, come ha indicato scherzosamente il dottor Caniglia. Oggi si stima che sul territorio nazionale siano presenti circa 1.600 lupi, un numero incoraggiante se si pensa che 40 anni fa ne erano rimasti appena un centinaio in tutto. Una convivenza pacifica con questi magnifici animali è possibile, anche per chi sente minacciate le proprie attività (in particolar modo gli allevatori) dalla loro presenza. Il WWF ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema, alla quale si può coontribuire con un SMS solidale di 2 Euro al numero 45524. Sarà attiva sino al prossimo 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversità.
[Foto di wikipedia]