E’ iniziata l’ignobile mattanza di cetacei nelle isole Faroe: ma perchè uccidiamo le balene pilota?

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E’ iniziata l’ignobile mattanza di cetacei nelle isole Faroe: ma perchè uccidiamo le balene pilota?

Il 21 maggio si è tenuta la prima “grindadrap” del 2017 alle isole Faroe, la caccia tradizionale ai cetacei. In tutto sono stati massacrati a colpi di coltello una quarantina di globicefali, conosciuti anche col nome di balene pilota.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it

Le mani dei faroesi sono di nuovo lorde di sangue. Dopo un inseguimento durato circa quattro ore, infatti, un pod di una quarantina di globicefali o balene pilota (gen. Globicephala) è stato spinto su una spiaggia e massacrato a colpi di coltello, in quella che viene definita “grindadrap”, la caccia tradizionale ai cetacei delle isole Faroe, un protettorato della Danimarca.


Tutto è iniziato verso le 19:00 ore locali di domenica 21 maggio, quando il gruppo di mammiferi marini è stato individuato a sud di Mykines, l’isola più a ovest dell’arcipelago. Una volta avvistati gli animali, i faroesi hanno inviato una flottiglia di 15 imbarcazioni per avviare il collaudato piano di caccia, suddiviso in fasi ormai tristemente famose per chi segue da anni il perpetrarsi di questa insensata mattanza.


Raggiunti i globicefali, gli uomini a bordo dei natanti li hanno intimoriti con manovre e frastuono, fino a indirizzarli verso la spiaggia di Bour, sull’isola di Vagar. Qui, ad attenderli, si erano appostati decine di uomini armati di coltelli e arpioni. Intere famiglie di cetacei spaventate a morte sono state fatte letteralmente spiaggiare, e i faroesi hanno infierito su di loro trascinando gli esemplari – dallo sfiatatoio – con un uncino, il blasturkrokur, finendoli poi con la recisione del midollo spinale. In questo vero e proprio spettacolo raccapricciante, l’acqua si tinge di rosso tra le grida strazianti degli animali, che sono noti per la loro grande intelligenza e socialità. I globicefali, la stessa specie coinvolta negli spiaggiamenti di massa, come quello avvenuto recentemente in Nuova Zelanda, soffrono la separazione dagli altri individui quanto noi, e un’esperienza del genere li devasta anche dal punto di vista psicologico, prima del doloroso colpo di grazia. La morte, atroce, può infatti sopraggiungere anche dopo quattro minuti.


La grindadrap, osteggiata da oltre 30 anni da Sea Sheperd, è inserita nel contesto della “caccia tradizionale” ai cetacei, e sebbene il consumo di questa carne, al giorno d’oggi, non sia più fondamentale per sostenere la popolazione locale, i faroesi si ostinano a perpetrarla come una sorta di barbaro rito di iniziazione, al quale partecipano anche i ragazzini. Nel corso degli anni, le incurisoni degli ambientalisti per proteggere i cetacei si sono fatte sempre più audaci, e in risposta i faroesi hanno inasprito sensibilmente le pene per chi interferisce con la grindadrap.


Le isole Faroe non agiscono da sole, ma hanno il supporto logistico e la tutela di marina, polizia e dogana danesi. Alla luce delle rigidissime leggi europee per la protezione dei cetacei, inserite nella cosiddetta Direttiva Habitat, lo scorso 8 maggio Sea Shepherd Paesi Bassi (con l’appoggio formale di 27 paesi membri) ha denunciato la Danimarca alla Commissione europea, nella speranza che un’azione legale di questa portata possa finalmente mettere un freno a una delle più spietate, incivili e disgustose pratiche messe in atto dall’uomo “civilizzato”. A questo link è possibile firmare la petizione per dare il proprio contributo.


[Foto di jn.fo]

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