Save the Children: «In Siria siamo oltre l’inferno»

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Save the Children: «In Siria siamo oltre l’inferno»

L’Ong presente in Siria: «Immediatamente un’indagine imparziale sull’attacco». MSF: sintomi coerenti con l’esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin
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Save the Children è attonita di fronte a quelli che sembrano essere una serie di attacchi chimici avvenuti  a Idlib, che hanno ancora una volta avuto conseguenze devastanti e mortali per i bambini e le famiglie.

«Siamo oltre l’inferno. Le immagini che arrivano dalla Siria, i corpi senza vita di quei bambini, sono la testimonianza che siamo di fronte ad un orrore che è quello già visto nei campi di concentramento nazisti. La Comunità internazionale ha il dovere di intervenire immediatamente o sarà per sempre complice di quello che sta accadendo». Così Valerio Neri, direttore generale di Save the Children, commenta l’attacco chimico a Idlib, in Siria, nel quale  hanno perso la vita moltissimi bambini.

Una clinica di Save the Children nei dintorni di Maret al Numaan ha ricevuto tre casi e li ha trasportati in ambulanza in ospedale, ma le strutture sanitarie sono sopraffate dai bombardamenti e il trasferimento lungo le strade è particolarmente pericoloso. Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria spiega che «I medici di una delle cliniche gestite dal nostro partner Syrian Relief ci hanno raccontato di aver ricevuto tre bambini sotto i sei anni, appena coscienti, che faticavano a respirare, con il naso che colava e le pupille contratte. I medici dicono che questi sintomi sono coerenti con l’uso di agenti nervini, come il sarin. Se fosse confermato l’utilizzo di questa sostanza vietata, saremmo di fronte ad un palese violazione del diritto internazionale e ad una preoccupante indicazione che ci dice che non tutte le armi chimiche sono state distrutte, come chiesto dalla risoluzione 2118 del Consiglio delle Nazioni Unite del settembre 2013».

Anche Medici senza frontiere (Msf) , che gestisce direttamente 4 strutture sanitarie in Siria settentrionale e fornisce supporto a più di 150 strutture sanitarie in tutto il Paese dice che «Una nostra équipe medica che ha supportato il dipartimento d’urgenza, dell’ospedale di Bab Al Hawa, nella provincia di Idlib, ha confermato che i sintomi dei pazienti sono coerenti con l’esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin. Numerose vittime dell’attacco di Khan Sheikhoun sono state portate all’ospedale di Bab Al Hawa, situato 100 km a nord, vicino al confine con la Turchia. Otto pazienti hanno mostrato sintomi coerenti con l’esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin o composti simili: pupille contratte, spasmi muscolari, defecazione involontaria. Abbiamo fornito farmaci e antidoti per trattare i pazienti e fornito indumenti protettivi allo staff medico del pronto soccorso dell’ospedale. Le nostre équipe mediche sono riuscite anche a visitare altre strutture che stavano trattando pazienti colpiti dall’attacco e hanno riscontrato che le vittime avevano un odore di candeggina, che suggerisce una loro esposizione al cloro. Questi elementi suggeriscono fortemente che le vittime dell’attacco di Khan Sheikhoun sono state esposte ad almeno due agenti chimici diversi».

Secondo Save the Children, «I medici a Khan Sheikhoun ci hanno riportato che quasi un terzo dei feriti che hanno visto erano bambini, arrivati negli ospedali in stato di incoscienza, pallidi, con gravi difficoltà respiratorie, dopo la caduta dei razzi dal cielo. Un ulteriore razzo che avrebbe rilasciato una sostanza chimica ancora non definita sarebbe stato lasciato cadere nella stessa area oggi all’ora di pranzo e molte famiglie sarebbero fuggite verso nord nel disperato tentativo di sfuggire ad un ulteriore attacco».

Per questo l’Ong chiede immediatamente un’indagine imparziale sull’attacco e una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per concordare i passi successivi. Deve esserci giustizia per le vittime.

La Khush  conclude:«Idlib è la patria di circa due milioni di civili, tra cui molte persone sfollate a causa del conflitto nella vicina Aleppo e in altre aree. L’incontro dei ministri degli esteri e del Segretario Generale delle Nazioni Unite a Bruxelles deve affrontare la minaccia dei continui assalti e la brutalità che hanno vissuto a Idlib. Non possiamo permettere che la situazione degeneri come abbiamo visto ad Aleppo Est».

A sei anni dall’inizio del conflitto in Siria, che si stima abbia fatto finora oltre 470.000 vittime, sono ancora 5,8 milioni i bambini che vivono sotto i bombardamenti e hanno bisogno di aiuti e sono almeno 3 milioni i bambini che hanno oggi sei anni e non hanno mai conosciuto altro che la guerra.

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