Restare a galla nel mare … della vita in tempesta

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Restare a galla nel mare … della vita in tempesta

La vita ci fa avere in continuazione sbalzi di umore: su e giù, su e giù… in continuazione. Ma più l’anima rilascia i propri residui emotivi, purificandosi da tutte le scorie dei vecchi traumi e dei sentimenti antivitali, e più gli sbalzi si attenuano.
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Allora i nostri sbalzi d’umore non disegnano più grafici di montagne alte ed appuntite, ma di colline morbide e basse. Questo significa che più ci evolviamo, più impariamo il distacco e l’equanimità nelle varie esperienze della vita.
Nel miei lunghi anni di malattia potei imparare che, nonostante tutte le burrasche, rimanevo comunque sempre a galla, come un ciocco di legno trasportato dalla corrente. Anche se il corpo non funzionava bene, io c’ero. Sì, a volte, le “onde alte” della vita mi facevano fare un tuffo sott’acqua, ma subito dopo ritornavo a galla, e riprendevo il mio respiro.

Questo significa imparare “a nuotare” nel mare burrascoso della vita. E più si fa pratica, più ci si accorge che se siamo rigidi e facciamo resistenza, torniamo sott’acqua; mentre, se rimaniamo morbidi e ci facciamo trasportare “dalla corrente”, rimaniamo sempre a galla, come quando al mare facciamo “il morto”.

In questa condizione di accettazione ed abbandono, non c’è spreco di energie, anzi: queste vengono recuperate. Ma come possiamo raggiungere questa condizione di “rilassante galleggiamento”? Certamente la conoscenza spirituale ci aiuta molto. E le parole preziosissime di un’Incarnazione Divina/Maestro sono un vero tesoro, una “mappa” per il viaggio della vita. Sapere che ogni cosa che accade è stata attratta da noi, è stata orchestrata da noi per il nostro maggior bene (che è quello della nostra evoluzione spirituale), ci porta a dire: “Sia fatta la Tua volontà!”, consapevoli che è il nostro Stesso Sé Divino che ha voluto ciò.

Sai Baba diceva che tutto ciò che ci accade, è la cosa migliore che ci possa accadere in questo momento. L’Orefice batte, tira e plasma l’oro per farne un gioiello bellissimo e splendente; allo stesso modo il nostro Sé Divino (il Dio che è fuori e dentro di noi) ci porta a sperimentare tutta una serie di avvenimenti e prove, affinché riaffiori in noi la memoria della nostra Divinità, delle nostre potenzialità, della nostra Vera splendente Natura.

Come fare allora a ricordarci chi siamo nei momenti duri, quando le onde ci fanno fare grandi balzi? Cosa fare per liberarci dalle angosce, dal panico, dal dolore? Possiamo provare con semplici esercizi. Iniziamo ripetendoci alcune frasi, tipo:

“Io non sono il corpo! Io non sono la mente! Sono la Scintilla Divina che tutto può!”;
“Calma! Dolcezza! Felicità!”;
“Ho tutta la forza per affrontare i miei problemi e risolverli”;
“Tutto passa! Tutto va!”;
“Mi lascio trasportare dalla corrente della vita, sicuro che mi porterà alla Meta”;
“Ho scelto le mie esperienze, anche le più dure, per riscoprire la mia forza”;
“Vivo in pienezza il momento presente, sicuro che mi porterà ad un felice futuro”,
“Decido di sbarazzarmi di tutto ciò che non mi si addice e che mi nuoce”;
“Mi prendo le responsabilità delle mie prove, della mia vita, senza incolpare qualcuno o qualcosa di estraneo a me”;
“Dopo il temporale sempre, ma proprio sempre, arriva il sereno”;
“Le nuvole passano e vanno, ma il cielo dietro ad esse è sempre blu: Io sono quel cielo blu!”;
“Credo in me stesso, nel Dio che è in me e che guida i miei passi”;
“Sono il Regista e l’Attore di questo film, che io chiamo la mia vita. Non mi immedesimo troppo nella parte; guardo con distacco questo meraviglioso ed imprevedibile film”.

Sai Baba ci suggeriva di ripeterci: “Sono Essere, Coscienza , Beatitudine! Sono l’Indivisibile Supremo Assoluto! Paura ed ansietà non possono mai entrare in me: sono sempre contento!” e ancora “Sono Dio! Non sono diverso da Dio!”. Quando siamo sballottati fortemente dalle onde della vita, ripetiamo quindi il Santo Nome di Dio: sarà la nostra zattera nel mare in tempesta, sarà la nostra lampada nella foresta buia. Per attraversare un’intera foresta, infatti, non serve un grande faro per guardare lontano; serve quella Lampada Preziosa: il Santo Nome, che illumina il cammino, passo dopo passo.

Un’altra cosa è molto importante: la sicurezza di essere seduti su un treno, il treno divino, che ci porta a destinazione e trasporta anche i nostri bagagli pesanti. Affidiamoci a questo treno! Appoggiamo le valigie e mettiamoci comodi. Il treno ci porta, volenti o nolenti, coscientemente o meno, a Casa. Il nostro, in realtà, è un viaggio che parte da noi stessi per tornare a noi stessi. Ricordiamo chi siamo, strada facendo.

Buon viaggio e felice riscoperta di sé a tutti!

Fonte: http://amaeguarisci.altervista.org/restare-galla-nel-mare-in-tempesta/

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