La sonda Cassini non finisce di stupire: ecco “Atlante”, uno dei satelliti più piccoli di Saturno
A pochi mesi dallo schianto nell’atmosfera di Saturno, previsto per il mese di settembre, la sonda Cassini continua a stupirci con immagini straordinarie degli oggetti celesti che popolano lo spazio attorno al gigante gassoso.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Grazie a un passaggio rapido avvenuto a ‘soli’ 11mila chilometri di distanza, la sonda Cassini ha catturato le immagini più ravvicinate e spettacolari di Atlante, uno dei satelliti del gigante gassoso Saturno. Posizionato appena al di fuori dell’Anello A, il più brillante del pianeta, Atlante fu scoperto dall’astronomo americano Richard Terrile nel novembre del 1980, mentre analizzava le foto scattate dalla sonda Voyager. Inizialmente designato col nome tecnico di S/1980 S 28, circa tre anni dopo il satellite venne chiamato con quello definitivo, in omaggio al figlio di Giapeto e Climene. L’Atlante della mitologia greca era infatti un pilastro della Terra che sosteneva il cielo, mentre la piccola luna di Saturno ‘sostiene’ gli anelli del pianeta.
Con un diametro di appena 31 chilometri e una (gelida) temperatura media di 81 kelvin, Atlante possiede una curiosa forma a disco, con una cresta centrale molto estesa che fu individuata dalla stessa Cassini nel 2005, circa un anno dopo l’aggancio dell’orbita di Saturno. Le nuove immagini diffuse dalla NASA, tecnicamente dei raw, sono state scattate dalla sonda lo scorso 12 aprile e mostrano dettagli inediti di Atlante, che saranno fondamentali per determinarne con maggiore precisione geologia e forma. La cresta sembra ancor più pronunciata di quella del satellite Pan, le cui foto curiose avevano fatto il giro del mondo a causa della forma simile a quella di un raviolo.
Gli scatti sono stati ottenuti durante una manovra del cosiddetto Gran Finale, una serie di orbite ravvicinate a Saturno che culmineranno con lo schianto di Cassini nell’atmosfera del pianeta, previsto il prossimo settembre. Tra le scoperte più importanti compiute in circa venti anni di attività vi è la conferma di fonti idrotermali nell’oceano della luna Encelado, che in base alle analisi risultano essere compatibili con la presenza di vita. Nelle prossime settimane sono attesi altri scatti straordinari.
[Foto di NASA]