Il terremoto di Mw 5.6 che colpì la zona tra Gubbio (PG) e Valfabbrica (PG) il 29 aprile 1984

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Il terremoto di Mw 5.6 che colpì la zona tra Gubbio (PG) e Valfabbrica (PG) il 29 aprile 1984

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Il terremoto dell’Umbria del 1984 colpì la regione tra marzo e maggio di quell’anno, in particolare i comuni di Gubbio, Valfabbrica e Perugia. Il maggior evento registrato fu quello che avvenne il 29 aprile 1984 di magnitudo 5.6 con epicentro tra Gubbio e Valfabbrica. Lo sciame sismico durò per tutto il mese di maggio.

La zona è nota per alcuni terremoti di magnitudo tra 5 e 6 avvenuti in passato, l’ultimo dei quali appunto avvenuto a fine aprile del 1984 a sud di Gubbio. In quell’occasione il terremoto principale fu stimato di magnitudo locale (ML) 5.2 (Haessler et al., 1988), mentre la magnitudo momento (Mw) determinata successivamente è pari a 5.6. Il terremoto del 1984 non provocò vittime ma produsse danni del VII grado Mercalli (MCS) in numerose località in provincia di Perugia.  Dopo la scossa di domenica 29 aprile si verificarono ingenti danni: gli sfollati furono 6000, le case inagibili 1200 e 14 le chiese lesionate. In particolare, nella città di Gubbio subirono diversi danni il teatro romano e la biblioteca Sperelliana con i suoi 36000 volumi del XIV e XVIII secolo. Un altro edificio importante della città di Gubbio, il Palazzo dei Consoli, riportò lesioni. In totale, la stima dei danni superò i 40 miliardi di Lire.

La figura sotto mostra la distribuzione dei risentimenti in Umbria e nelle Marche.

Terremoto del 1984: distribuzione dei danni e dei risentimenti

Terremoto del 1984: distribuzione dei danni e dei risentimenti (fonte: DBMI11).

In precedenza, altri terremoti importanti avevano interessato l’area, come si vede dalla storia sismica di Gubbio.

Storia sismica di Gubbio (dal DBMI)

Storia sismica di Gubbio (dal DBMI11).

Come si vede dal grafico sopra, la città di Gubbio ha subito effetti superiori al VII grado MCS in tre occasioni: in due casi si tratta di eventi antichi di cui si sa poco, mentre nel terzo caso si tratta del terremoto del 1751 che ha avuto come epicentro la zona di Gualdo Tadino, circa 20 km a sud di Gubbio. Quest’ultimo terremoto ha una magnitudo stimata di poco superiore a 6.

Secondo una delle interpretazioni più accreditate, il terremoto del 1984 è avvenuto sulla “faglia di Gubbio“, una faglia ben studiata dai geologi che borda sul lato orientale il bacino di Gubbio.

Fig1-geologia

Schema geologico della zona di Gubbio. Il bacino (la valle allungata in senso nordovest-sudest) è indicato con il grigetto. La faglia di Gubbio è la linea nera continua che borda il bacino intorno e a nord di Gubbio, mentre appare tratteggiata a sud, perché meno visibile in affioramento (da Collettini et al., 2003).

La faglia di Gubbio è stata studiata a fondo con analisi di terreno, sismica di esplorazione profonda, dati sismologici e altri dati (Collettini et al., 2003 riportano una estesa bibliografia sulla zona). Il quadro che ne emerge è sufficientemente buono per quanto riguarda la geometria e la cinematica della faglia: si tratta di una faglia estensionale (o “normale”), che affiora sul bordo nord-est della valle di Gubbio e si immerge sotto alla valle stessa (quindi verso sud-ovest). La figura sotto mostra un profilo che taglia la valle in senso trasversale (da sudovest a nordest).

In basso: profilo verticale che taglia la valle, dove si vede la faglia di Gubbio che pone a contatto i calcari appenninici (a destra) con i sedimenti fluvio-lacustri della valle (a sinistra). In alto: a) veduta aereo del bacino; b) la faglia in affioramento; c) deformaizone estensionale nel blocco a monte della faglia (footwall)

In basso: profilo verticale che taglia la valle, dove si vede la faglia di Gubbio che pone a contatto i calcari appenninici (a destra) con i sedimenti fluvio-lacustri della valle (a sinistra). In alto: a) veduta aerea del bacino; b) la faglia in affioramento; c) deformazione estensionale nel blocco a monte della faglia (footwall) (da Collettini et al., 2003).

Il terremoto del 1984 è avvenuto nel settore meridionale del bacino di Gubbio ed è probabilmente legato all’attività della faglia di Gubbio, anche se i dati dell’epoca non consentono una sicura attribuzione dell’evento principale (Mw 5.6) alla faglia stessa, a causa della scarsa densità di stazioni della rete sismica in quegli anni.

Mappa epicentrale ( a sinistra) e sezioni verticali (al centro) dei terremoti del 1984. Si vede come l distribuzione degli ipocentri in profondità delinei una faglia immergente a sudovest. A destra i meccanismi focali del terremoto del 1984 calcolati con diverse tecniche. La soluzione rivista in basso a destra sembra la più verosimile rispetto alle faglie note

Mappa epicentrale (a sinistra) e sezioni verticali (al centro) dei terremoti del 1984. Si vede come la distribuzione degli ipocentri in profondità delinei una faglia immergente a sud-ovest. A destra i meccanismi focali del terremoto del 1984 calcolati con diverse tecniche. La soluzione rivista in basso a destra, che sembra la più verosimile rispetto alle faglie note, mostra una faglia di tipo normale (estensionale) allineata parallelamente alla valle di Gubbio (da Collettini et al. 2003).

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