Entro il 2017, con Virgin Galactic, andranno in orbita i primi turisti spaziali

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Entro il 2017, con Virgin Galactic, andranno in orbita i primi turisti spaziali

Ormai ci siamo: il turismo spaziale non è più fantascienza. Entro la fine del 2017 comuni cittadini, molto danarosi si intende, potranno salire a bordo della navicella spaziale SpaceShipTwo della Virgin Galactic, raggiungere 15 mila metri di quota e compiere un volo suborbitale, non appena avvenuto il distacco dall’aereo WhiteKnightTwo.

Il veicolo spaziale potrà ospitare 6 passeggeri, ai quali il volo costerà 250 mila dollari (circa 235 mila euro). A quella quota i fortunati ospiti potranno osservare la curvatura della Terra, ma anche il buio dello spazio, e potranno sperimentare l’assenza di gravità. L’azienda aerospaziale inglese di Richard Branson ha annunciato che tutto questo avverrà entro la fine del 2017.

 La Virgin Galactic non ha avuto una storia puntellata solo di successi. La stessa SpaceShipTwo ha subito un tragico schianto durante il quarto volo di prova, il 31 ottobre 2014, nel quale rimase ucciso il copilota Michael Alsbury e fu ferito il pilota Peter Siebold. Le successive indagini mostrarono che l’incidente fu causato da un errore di Alsbury e non da difetti intrinsechi del veicolo. Ma comunque un evento che segnò molto l’azienda.

A seguito del disastro, nel mese di febbraio 2016, la compagnia ha poi presentato il suo secondo veicolo al pubblico. La navicella ha già eseguito diversi voli prova correttamente, assicurano i vertici: “I test effettuati stanno andando molto beneha dichiarato BransonDopo dodici anni di duro lavoro, ci siamo quasi”.

Ed è possibile che anche noi qui in Italia potremmo ospitare dei voli turistici suborbitali nei nostri spazioporti. Lo scorso anno è stato infatti firmato un nuovo Protocollo di Intesa tra Virgin Galactic e Altec S.p.A. (società partecipata dall’Agenzia Spaziale italiana e Thales Alenia Space) in base al quale le due aziende valuteranno le possibilità operative di questa operazione.

Il turismo spaziale “di massa” invece, è forse un futuro ancora piuttosto lontano.

Roberta De Carolis

Foto: Virgin Galactic

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