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Nelle ultime settimane piogge torrenziali e devastanti alluvioni hanno flagellato diverse aree dell’America e la causa sarebbe un incredibile precoce ritorno del Niño, quella periodica intensa anomalia climatica il cui ultimo episodio si era esaurito appena un anno fa.
In effetti gli episodi di Niño si verificano con cadenze variabili, ma in ogni caso di solito da un evento all’altro passano almeno due anni, per cui l’inizio di un nuovo riscaldamento del Pacifico Tropicale già quest’anno appare come fenomeno davvero anomalo.
Eppure, come dimostrano i dati raccolti dalle boe oceaniche (vedi immagine), nel mese di marzo il settore più orientale del Pacifico tropicali ha mostrato un notevole riscaldamento, responsabile tra l’altro di quella intensa attività convettiva che ha portato piogge insolitamente intense in diverse regioni del Sud America.
Attualmente, poiché un ampio settore del Pacifico Tropicale rimane in condizioni neutre, non siamo ancora in vere e proprie condizioni di Niño, ma secondo tutte le principali proiezioni un nuovo episodio è oramai imminente, e potrebbe prendere forma tra la fine dell’estate e gli inizi dell’autunno.
L’anomala tempistica, con due episodi in rapida successione ad appena un anno di distanza uno dall’altro, potrebbe essere conseguenza del cambiamento climatico: secondo molte proiezioni effettuate con modelli fisico-matematici infatti tra le conseguenze dell’incremento delle temperature medie planetarie vi sarebbe proprio l’aumento dell’intensità e della frequenza degli episodi di Niño.