Quando ero Direttore del Centro Epson Meteo (1995-2010), ho dovuto addestrare tutti i giovani meteorologi del Centro (Abelli, Corazzon, Cutuli, Di Pierro, Galbiati, Izzo, e mio figlio Andrea). E, a parte mio figlio Andrea, erano stati scelti da me per mettere in piedi il “Centro Epson Meteo ” perché miei allievi nell’insegnamento di “Fisica dell’atmosfera” nel corso di Laurea in Fisica all’Università agli Studi di Milano (laurea indipinpensabile per essere classificati come meteorologi di “prima classe”.
Oltre alle nozioni tecniche ho cercato di insegnare loro il linguaggio più appropriato per parlare alla “gente” onde non scadere nel “meteoburocratese”, tuttora in voga su molti bollettini in TV.
Allora scrissi, a loro uso, lo “stupidario meteorologico” ovvero una sintesi dei termini meteo, che pur corretti in una lezione all’università, dovevano invece essere assolutamente evitati nel bollettini televisivi.
Fig. 1- La copia originale dello “stupidario meteorologico”
Io aborrisco certi termini, quando il messaggio è rivolto non tanto agli “addetti ai lavori” ma all’uomo della strada. Infatti sarete d’accordo che all’uomo della strada non importa nulla se le “nuvole saranno alte e stratificate” ma solo se il cielo, nella circostanza, sarà nuvoloso, molto nuvoloso o coperto.
Analogamente sempre all’uomo della strada, non interessano tanto le “precipitazioni” ma piuttosto sapere se queste saranno pioggia o neve. Insomma io ho sempre detto ai miei meteorologi che quando si parla o si scrive per il pubblico bisognerebbe usare gli stessi termini che tu useresti se tua mamma ti dovesse chiedere che tempo farà domani.
Non credo che i meteorologi quando la mamma chiede loro che tempo farà all’indomani, risponderanno così: “Domani al Centro vi sarà nuvolosità alta e stratificata mentre al Nord vi saranno “precipitazioni nevose”, a tratti anche intense; al Sud invece vi saranno “manifestazioni temporalesche” (“manifestazioni” organizzate…dai sindacati?)
Anche per quanto poi riguarda l’uso del termine “irregolarmente nuvoloso” lo ritengo inopportuno per l’uomo della strada perché, per personale esperienza, costui spesso interpreta il termine come “nuvolosità variabile nel tempo” anziché, come vorrebbe il termine, “nuvolosità variabile da luogo a luogo”.
Per non parlare dell’uso delle frasi fatte come “al tramonto e nottetempo foschia nelle valli e lungo i litorali”.
Ma ai vertici della stupidità nel linguaggio meteo rivolto alla gente è il “tempo variabile” che non dice nulla ( pioverà, sarà sereno?), ma che in genere è un comodo escamotage di certi meteorologi quando non sanno che… pesci prendere.
Il massimo della stupidità è però il termine “tempo incerto”. Come dire, io meteorologo non so… come sarà il tempo.
Tuttora i termini impiegati in TV oppure nei video e/o negli articoli di molti siti meteo non sempre sono accessibili all’uomo della strada. Solo Meteogiuliacci può ancora vantarsi di stare attento anche al linguaggio onde evitare il “meteoburocratese”