SCOMPARSA, TRA POLO NORD E POLO SUD, UNA PORZIONE DI GHIACCIO GRANDE QUANTO IL MESSICO! (VIDEO)
Il ghiaccio marino al minimo sia al Polo Nord che al Polo Sud
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Un rapporto degli scienziati della Nasa e del National snow and ice data center (Nsidc) di Boulder, Colorado. Conferma quanto anticipato dall’Organizzazione meteorologica mondiale: il 7 marzio il ghiaccio marino artico sembra aver raggiunto il record negativo per la massima misurazione invernale.
Non va meglio in Antartide, dove il 3 marzo ghiaccio marino ha registrato la sua estensione più bassa mai registrata dai satelliti alla fine dell’estate australe. In questo caso gli scienziati della Nasa sottolineano che si tratta di «Una svolta sorprendente negli eventi, dopo decenni di moderata espansione del ghiaccio marino». La Nasa. Spiega che il 13 febbraio in totale il ghiaccio marino artico e antartico aveva raggiunto la minore estensione da quando sono cominciate le e misurazioni satellitari nel 1979: copriva 16,21 milioni di Km2, cioè 2 milioni di Km2 in meno della misura minima media globale per il periodo 1981-2010: è come se fosse andata persa una superficie di ghiaccio marino più grande del Messico.
Gli scienziati Nasa e Nsidc sottolineano che «Il ghiaccio galleggiante sopra l’Oceano Artico e i mari circostanti si restringe in un ciclo stagionale che va da metà marzo fino a metà settembre. Mentre le temperature artiche scendono in autunno e in inverno, la copertura di ghiaccio cresce di nuovo fino a quando non raggiunge la sua massima estensione annuale, di solito a marzo. La banchisa di ghiaccio marino intorno al continente antartico si comporta in modo simile, con il calendario capovolto: di solito raggiunge il suo massimo nel mese di settembre e il suo minimo nel mese di febbraio».
Nell’inverno 201/2017, a causa di una combinazione di temperature più calde rispetto alla media, di venti sfavorevoli all’espansione di ghiaccio e una serie di tempeste hanno bloccato la crescita del ghiaccio marino nell’Artico. La misura massima di quest’anno, raggiunta il 7 marzo, è stata di 14,42 milioni di Km2, cioè 97 Km2 in meno del precedente record minimo del 2015 di 1,22 milioni di Km2 in meno dell’estensione massima media 1981-2010.
Walt Meier, uno scienziato che studia il ghiaccio marino per il Goddard space flight center della Nasa, spiega a sua volta: «Siamo partiti da una misura minima bassa a settembre. C’era molta acqua libera nell’oceano e abbiamo osservato periodi di crescita del ghiaccio molto lenti alla fine di ottobre e a novembre, perché l’acqua aveva accumulato un sacco di calore che doveva essere dissipato prima che il ghiaccio potesse ricrescere. La formazione di ghiaccio ha avuto una partenza ritardata e tutto è rimasto indietro. Per la copertura di ghiaccio marno è stato difficile recuperare.
Dal 1979, la copertura massima del ghiaccio marino artico è calata in media del 2,8% per decennio. Le perdite misurate per la minima estiva sono quasi 5 volte più grandi: il 13,5% per decennio. Inoltre la calotta di ghiaccio marino si è anche assottigliata, diventando più vulnerabile alle sollecitazioni di onde e correnti marine, ai venti e alle temperature più calde.