Rischia di crollare il Santo Sepolcro a Gerusalemme
I lavori di restauro sul sito del tempio più venerato della cristianità, ne hanno rivelato l’estrema precarietà delle fondamenta
di Kristin Romey
www.nationalgeographic.it
L’Edicola nella rotonda della Basilica del Santo Sepolcro. Fotografia di Oded Balilty, Ap per National Geographic
Il sito più sacro della cristianità è in serio pericolo e potrebbe letteralmente collassare se non si procederà al più presto al puntellamento delle sue fondamenta instabili.
E’ quanto emerge da una ricerca affidata ad un team scientifico del Politecnico di Atene (NTUA) che ha appena completato la ricognizione e il restauro di quella che è tradizionalmente ritenuta la tomba di Cristo. Il team di ricercatori avverte che sono necessari lavori supplementari per evitare che il santuario e il complesso della Basilica del Santo Sepolcro possano sperimentare “un significativo cedimento strutturale”. “Se dovesse accadere – dice Antonia Moropoulou, supervisore scientifico della NTUA – non sarebbe un processo lento ma catastrofico”.
L’Edicola (dal latino aedicula, tempietto), una piccola struttura all’interno della Basilica del Santo Sepolcro, racchiude i resti di una grotta che
è venerata almeno dal IV secolo come la tomba di Gesù Cristo. Il recente restauro ha messo in luce come il tempio di culto del XIX secolo, con la sua struttura rotonda a doppia cupola, che accoglie milioni di visitatori ogni anno, sembra essere in gran parte costruito su una base instabile di resti malfermi di strutture precedenti, un sottosuolo “crivellato” da ampie gallerie e canali. Mentre, proprio oggi, si celebra un anno di restauri con una cerimonia nella chiesa del Santo Sepolcro, gli scienziati e le autorità religiose devono ora affrontare i rischi sulla statica messi in luce dalle indagini fatte da ingegneri e architetti.
Strati di storia, un rischio per il futuro
La relazione più recente fornita da NTUA a National Geographic rivela che gran parte del rischio per il Santo Sepolcro è legato proprio alla ricca storia di questo luogo venerato. Gli archeologi ritengono che circa 2.000 anni fa, il sito fosse la porzione di una cava di calcare in disuso riutilizzata per ospitare le tombe della classe benestante ebraica. Almeno una mezza dozzina di tali tombe sono state individuate all’interno del perimetro della chiesa, oltre alla tomba tradizionalmente ritenuta il luogo di sepoltura di Gesù.
Un tempio romano costruito sul sito nel II secolo, inoltre, fu raso al suolo da Costantino, il primo imperatore cristiano di Roma, che nel 324 circa 324, tentò una prima ricognizione per cercare in loco quella che si riteneva la tomba di Cristo.
Il santuario costruito da Costantino intorno alla tomba fu a sua volta parzialmente distrutto dagli invasori persiani nel VII secolo, e distrutto nuovamente dai Fatimidi nel 1009. La chiesa fu ricostruita alla metà dell’XI secolo. L’edicola fu poi modificata dai crociati e restaurata di nuovo nei primi del XVI e XIX secolo. La sua forma attuale racchiude quindi varie fasi delle costruzione precedenti. Si pensa che la rotonda dell’Anastasi che circonda l’Edicola, sotto la più grande delle due cupole della Basilica, segua l’impronta dell’originale chiesa costantiniana e, forse, anche del tempio romano che l’ha preceduta.
Impalcature intorno all’Edicola durante i restauri del 2016. Fotografia di Oded Balilty, Ap for National Geographic
Quei tunnel sotto la tomba di Cristo
Le recenti indagini sotto il pavimento dell’Edicola e della rotonda, condotte durante il progetto di restauro, hanno confermato i sospetti degli scienziati e rivelato i rischi per la stabilità di tutta l’area sottoposta a indagine: circa 280 metri quadrati.
Il georadar, le telecamere robotizzate, e altri strumenti, hanno mostrato che alcune porzioni di fondazione dell’Edicola poggiano sulle macerie di edifici precedenti. Altre strutture poggiano direttamente su un substrato roccioso e cavo, molto molto compromesso. La malta delle fondamenta si è sbriciolata a causa di decenni di esposizione all’umidità dei canali di drenaggio che corrono sotto il pavimento della rotonda.
Altre gallerie e cavità di incerta spiegazione passano direttamente sotto e intorno all’Edicola. Un saggio di scavo effettuato negli anni ’60 nella zona sud del santuario ha evidenziato la mancanza di un supporto saldo per lastra di cemento dove stazionano i visitatori in fila per entrare nella tomba. Molti dei pilastri da 22 tonnellate che reggono la cupola sulla rotonda poggiano su un metro e venti di macerie non consolidate. Un quadro preoccupante.