Le mostruose onde anomale non sono così rare come si ipotizzava

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Le mostruose onde anomale non sono così rare come si ipotizzava

Alte decine di metri, possono risucchiare persino una meganave e distruggerla: si pensava fossero fenomeni rari, ma non è così.
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Le onde mostro, ossia le onde alte decine di metri, la cui altezza è almeno 2,3 volte la lunghezza (la distanza tra una cresta e l’altra) si possono incontrare inaspettatamente in tutti gli oceani del pianeta.

Fino a oggi si pensava che fossero assai rare, ma una ricerca pubblicata l’8 marzo su Scientific Reports sembra concludere che possano invece essere molto frequenti. Mark Donelan (scienze marine e atmosferiche dell’università di Miami) ha condotto lo studio sui dati disponibili per una delle più terrificanti onde mai registrate, di 18 metri d’altezza, in pieno Oceano Atlantico il 9 novembre 2007. Di questo evento ci sono dati e testimonianze perché l’onda passò tra due boe oceaniche che stavano raccogliendo dati su lunghezza, direzione, ampiezza e frequenza delle onde.

Utilizzando le informazioni registrate per una serie di 13.535 singole onde normali, i ricercatori hanno ricostruito il meccanismo di formazione di quell’onda anomala, oltre che i suoi dettagli:

straordinariamente alta (18 metri), superava i 100 metri in larghezza e viaggiava a 65 km all’ora

Lo studio dei dati raccolti da una coppia di boe oceanografiche ha permesso di fare chiarezza sul modo in cui si forma un’onda anomala.

Dalle informazioni delle boe Donelan ha potuto stabilire che la serie di eventi che hanno portato a una simile onda sono relativamente comuni quando il mare è in tempesta, e ciò vuol dire che si possono formare con un certa frequenza. «Le onde anomale di questo genere sono causa di ingenti danni alle navi, alle piattaforme off-shore e a volte anche alle persone. Per questo è necessario avere un quadro preciso delle condizioni e del modo col quale si formano, per prevederle e poter prendere contromisure adeguate», afferma il ricercatore.

Travolti da un palazzo di 10 piani. Se le onde misurate grazie alle speciali boe oceanografiche non hanno mai superato i 20 metri d’altezza, almeno finora, ben diversa è la questione per alcune onde mostro delle quali abbiamo solo testimonianze visive.

Nel febbraio del 1995, per esempio, dalla nave da crociera Queen Elizabeth II – investita da un uragano nel nord Atlantico – venne avvistata un’onda anomala la cui altezza fu stimata in 29 metri. Manifestazioni altrettanto giagantesche – 28 metri – furono osservate nel 2004 nel Golfo del Messico durante l’uragano Ivan.

Alcune onde mostro di dimensioni spaventose non sono mai state collegate a eventi estremi, come gli uragani.

È successo per esempio nel 2001, quando la Caledonian Star, una nave passeggeri che rientrava da una crociera tra le acque antartiche, dovette affrontare in mare aperto un’onda alta 32 metri che procedeva con un angolo di 30 gradi rispetto alla rotta della nave ed era preceduta da una profonda depressione. La Caledonian Star sprofondò nel trogolo, quasi appoggiata su di una fiancata: subito dopo il muro d’acqua si infranse sulla nave e, all’interno, tutto quello che non era legato iniziò a galleggiare, libri, cuscini, cibo… I marinai dovettero letteralmente nuotare per riprendere il controllo della nave, ma l’onda mostro aveva spazzato via radar, bussole, ecoscandagli, sonar e la maggior parte delle apparecchiature per le comunicazioni. La fortuna volle che i motori e il timone non subirono danni e così, grazie alla bravura dell’equipaggio, la nave riuscì a guadagnare il porto senza ulteriori problemi.

La petroliera norvegese Wilstar, reduce dall’incontro con un’onda anomala nel 1974.

Si ritiene che gli incidenti più gravi avvenuti negli ultimi vent’anni siano da attribuire alle onde anomale, responsabili dell’affondamento o del grave danneggiamento di un gran numero delle oltre 200 superpetroliere e navi container naufragate nei mari di tutto il mondo.

Nonostante sia certa la loro esistenza, la difficoltà di studiare un simile fenomeno ha come risultato che si conosca ancora poco delle onde mostro, a partire dalla loro definizione. Per i più, un’onda si può definire anomala quando l’altezza è di almeno 2,3 volte la distanza tra una cresta e l’altra (la frequenza). Generalmente sono onde asimmetriche, con versanti molto ripidi e preceduti da un profondo trogolo. Possono formarsi singolarmente o in gruppo di due o tre (“le tre sorelle”) e può succedere che si formino improvvisamente anche in mari relativamente calmi.

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