IL VIDEO DELL’ANIMAZIONE DELLO TSUNAMI GENERATO DAL TERREMOTO DI Mw 9.2 DEL 27 MARZO 1964 IN ALASKA
Redazione Blue Planet Heart
Tratto da Pacific Tsunami Warning Center
Alle 17:36 di Venerdì 27 Marzo 1964 (28 marzo, 03: 36Z UTC) il più grande terremoto mai registrato nel Nord America, e il secondo più grande mai avvenuto nel mondo nell’era della sismologia moderna, colpì 40 miglia ad ovest di Valdez, nella zona di Prince William Sound in Alaska, con una magnitudo momento di 9.2. Quasi un’ora e mezzo dopoHonolulu Magnetic and Seismic Observatory (che si trasformerà successivamente in Pacific Tsunami Warning Center, o PTWC) è stato in grado di rilasciare il suo primo “avviso di onda anomala” avendo compreso che uno tsunami era possibile e che sarebbe potuto arrivare sulle isole hawaiane nello spazio di tempo di cinque ore.
Dopo aver appreso della osservazione di uno tsunami nell’Isola di Kodiak in Alaska, un’ora e mezzo dopo l’Honolulu Onservatory ha emesso un “avviso di onda di tsunami” avvertendo che avrebbe potuto raggiungere l’Hawaii e tutto l’Oceano Pacifico, ma che non era possibile prevederne l’intensità. Il terremoto ha infatti generato uno tsunami che ha uccise 124 persone (106 in Alaska, 13 in California e 5 in Oregon) e ha causato circa 2,3 miliardi di dollari di danni lungo tutta la costa del Pacifico del Nord America, dall’Alaska al sud California e alle Hawaii. L’altezza più grande delle onde è stata registrata in Alaska con più di 67 metri o 220 ft. Onde di quasi 10 metri di altezza hanno colpito British Columbia e Canada, 3,7 metri a Washington, 4,8 metri in Oregon e California. Onde di dimensioni simili colpirono le Hawaii con un’altezza di circa 5 m mentre onde di oltre 1 metro arrivarono in Messico, Cile e anche Nuova Zelanda.
Come conseguenza di questo evento, il governo degli Stati Uniti creò un secondo sistema di allarme tsunami nel 1967 al Palmer Observatory in Alaska, ora chiamato Nationale Tsunami Warning Center (NTWC, http://ntwc.arh.noaa.gov/ ) – per contribuire a mitigare le minacce future degli tsunami in Alaska, Canada e Stati Uniti continentali.
Oggi, dopo più di 50 anni da quando si verificò il forte terremoto in Alaska, le allerte del PTWC e NTWC comunicano in pochi minuti e non ore alla popolazione, la possibilità che si sia generano uno tsunami, dopo il verificarsi di un forte terremoto, con una previsione sulla sua intensità e i tempi con cui raggiungerà le varie località dell’Oceano. Il PTWC può anche creare un’animazione di uno tsunami storico con lo stesso strumento che si utilizza per determinare i rischi di tsunami in tempo reale per qualsiasi maremoto di oggi: Il modello di previsione tempo reale degli tsunami (RIFT) . Il RIFT prende le informazioni del terremoto come input e calcola come le onde si muovono attraverso gli oceani, prevedendo la loro velocità, lunghezza d’onda e ampiezza.
Questa animazione mostra questi valori attraverso il movimento simulato delle onde mentre viaggiano attraverso gli oceani del mondo e si può vedere anche la distanza tra le creste successive dell’onda (lunghezza d’onda), così come la loro altezza (mezza ampiezza) indicata dal loro colore. Ancora più importante, il modello mostra anche cosa succede quando queste onde di tsunami colpiscono la terraforma, informazioni che servono al PTWC per emanare bollettini di pericolo tsunami per le coste colpite.
Fin dall’inizio l’animazione mostra tutte le coste coperte da punti colorati.
Queste sono inizialmente di un colore blu come l’oceano per indicare il normale livello del mare, ma come il maremoto le raggiunge esse cambiano colore per rappresentare l’altezza delle onde, e spesso questi valori sono superiori a quelli delle acque profonde in mare aperto. Lo schema dei colori si basa sui criteri avvisi di PTWC, con il blu-verde che rappresenta “nessun rischio” (meno di 30 cm.), il colore giallo-arancio che indica bassa pericolosità con la raccomandazione di stare lontani dalle coste (da 30 a 100 cm),colore rosso acceso indica pericolo significativo che richiede l’evacuazione (da 1 a 3 metri) e il rosso scuro che indicano un pericolo grave, con eventualmente, la necessità di richiedere un secondo step di evacuazione (superiore a 3 metri).
Verso la fine di questa animazione con la simulazione di 36 ore di attività dello tsunami, il filmato mostra una “mappa energetica” che rappresenta il massimo aumento del livello del mare in mare aperto causata dallo tsunami, un modello che indica che l’energia cinetica dello tsunami non era distribuita uniformemente attraverso l’oceano ma forma un “beam” altamente direzionale, tale da mostrare che lo tsunami era molto più grave nel mezzo del “fascio” di energia rispetto ai suoi lati. Questo modello viene confermato anche dagli impatti costieri, notare infatti come le coste direttamente nel “beam” sono colpite da onde di maggiore intensità di quelle ai lati di esso.