Glifosato: per l’Echa non è cancerogeno, insorgono le associazioni ambientaliste
Scritto da Dominella Trunfio
www.greenme.it
Sembra essere una storia senza fine, quella del glifosato, soprattutto perché l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha nuovamente cambiato le carte in tavola, respingendo l’ipotesi che esso possa essere cancerogeno per l’uomo.
La decisione dell’Echa potrebbe aprire la strada a un rinnovo per ulteriori 15 anni, questo significa che il glifosato, classificato dallo Iarc, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come possibile cancerogeno, continuerebbe ad essere utilizzato nei paesi dell’Unione europea.
Vi avevamo già parlato della valutazione dell’Echa sul glifosato, l’agenzia aveva il compito di valutare gli impatti sia sulla salute che sull’ambiente derivanti dall’uso del diserbante.
Su questo la Coalizione italiana #StopGlifosato, a cui GreenMe aderisce, aveva avuto da ridire, chiosando che tre membri del comitato erano in conflitto di interessi e quindi la decisione sul glifosato non poteva essere trasparente.
Si tratta del presidente del Comitato dell’ECHA, Tim Bowmer, che ha lavorato per società di consulenza nel settore chimico per vent’anni, Sławomir Czerczak, membro RAC per la Polonia, e a capo del Dipartimento di Chemical Safety of the Nofer Institute of Occupational Medicine e Tiina Santonen, membro RAC per la Finlandia, a capo del Chemical Safety Team del Finnish Institute of Occupational Health.
Per la Coalizione italiana #StopGlifosato:
“Questo parere ‘parziale’ indurrà la Monsanto a tirare un respiro di sollievo. Molto meno sollevati sono i cittadini europei che si trovano di fronte a un giudizio sostanzialmente avulso dalla realtà dei rischi quotidiani”.
Adesso arriva, il parere di 90 scienziati e anche la risposta delle associazioni ambientaliste come Greenpeace che spiega:
“L’Echa ha fatto un gran lavoro per spazzare sotto il tappeto le prove che il glifosato potrebbe causare il cancro. I dati a disposizione sono più che sufficienti per vietare il glifosato in via cautelativa, ma l’Echa ha preferito voltare lo sguardo dall’altra parte”.
“Ora spetta quindi all’Italia rimuovere subito il glifosato dai nostri campi, a cominciare dai disciplinari agronomici di produzione integrata, dato che persone e ambiente non possono diventare topi da laboratorio dell’industria chimica”, spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.
“Come avvenuto per il parere dell’Efsa, anche la valutazione dell’ECHA è stata preparata sulla base di un dossier iniziale redatto dall’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR). La valutazione sul glifosato effettuata da questo istituto è stata pesantemente criticata da ONG e scienziati indipendenti, secondo i quali è in contraddizione con le evidenze scientifiche”, si legge in una nota stampa.
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