7.000 enormi bolle di metano potrebbero esplodere da un momento all’altro nel suolo della Siberia
Lo scioglimento del permafrost innescato dalle alte temperature sta facendo emergere dal sottosuolo siberiano migliaia di enormi bolle di metano. Oltre a catalizzare l’effetto serra, questo fenomeno rappresenta un concreto pericolo esplosivo.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
La tundra della Siberia settentrionale si sta trasformando in una pericolosa e imprevedibile ‘trappola esplosiva’ a causa dei cambiamenti climatici, che negli ultimi anni hanno determinato un anomalo innalzamento delle temperature locali. Il conseguente scioglimento del ghiaccio nello strato del permafrost, infatti, oltre a generare quella che è stata soprannominata la ‘Porta dell’Inferno‘, sta facendo emergere dal sottosuolo enormi depositi di metano, che si presentano come curiosi rigonfiamenti del terreno assimilabili a gigantesche bolle gelatinose, come si evince dalle immagini diffuse dai media russi.
In base ai conteggi effettuati nelle ultime spedizioni e attraverso i rilievi satellitari, il Dipartimento per le Scienze e le Innovazioni di Yamal ne ha rivelati ben 7mila, un dettaglio riportato dal Siberian Time e dall’agenzia di stampa russa TASS. I ricercatori locali chiamano questi depositi ‘bulgunyakh’, che in lingua Yakut si traduce letteralmente in ‘bolla’.
Il problema principale di questi depositi, generati dall’attività di batteri presenti nel sottosuolo, risiede nel fatto che quando vengono privati dello ‘scudo’ di ghiaccio il metano accumulato inizia a diffondersi nell’atmosfera, ed esso, assieme all’anidride carbonica, rappresenta il più potente gas serra del nostro pianeta. Sebbene abbia una volatilità superiore rispetto al biossido di carbonio, il metano ha la capacità di trattenere il calore sino a 36 volte in più.
Ciò significa che è in grado di promuovere un repentino aumento delle temperature e catalizzare il riscaldamento globale, che a sua volta è responsabile dello scioglimento del permafrost e dell’emersione delle bolle. È il classico circolo vizioso al quale risulta difficilissimo porre rimedio. Per capire l’impatto sull’ambiente di questi depositi, basti sapere che attorno alle bolle dell’Isola Belyj la concentrazione di metano e di anidride carbonica risulta rispettivamente 100 volte e 25 volte superiore rispetto alle aree circostanti.