300 “pseudo scienziati” uniti contro il riscaldamento globale

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300 “pseudo scienziati” uniti contro il riscaldamento globale

Una lettera firmata da 300 persone invita il presidente degli Stati Uniti a rifiutare la scienza del global warming. Ma chi ha firmato?
www.focus.it

Il presidente degli Usa, Donald Trump, si è sempre dichiarato scettico a proposito del cambiamento della temperatura terrestre, e ha nominato in varie posizioni della sua amministrazioni funzionari o ministri che si oppongono a misure di contenimento del fenomeno.

A sostegno di queste posizioni si sono mobilitati gli scettici del cambiamento climatico. Un esempio è la lettera firmata da 300 (sedicenti) esperti guidati dal climatologo Richard Lindzen, inviata a Donald Trump con l’intenzione di offrire una cornice autorevole allo scetticismo suo e della sua amministrazione, e per sostenere il rifiuto in blocco di tutti i trattati e le intese sul clima

La lettera dei 300: qui il sito dove potete leggere online la lettera: se però quando vi collegate non fosse più disponibile, potete scaricare il documento in pdf dal nostro sito.

Tutto ciò nonostante la posizione della scienza sia ormai più che consolidata: l’aumento della temperatura media della Terra è un fatto reale e inarrestabile, e i tutti i trattati e le intese hanno il solo scopo di rallentarlo e di mitigarne le conseguenze.

Il primo firmatario ed estensore della lettera, Lindzen, scrive: «Chiediamo che il governo americano e altri cambino la loro posizione su accordi antiquati, che riguardano gas a effetto serra di poca importanza, in particolare l’anidride carbonica, la CO2». I firmatari si definiscono scienziati eminenti e degni di essere ascoltati dal Trump e Pence (il vicepresidente Usa).

Una lettera in apparenza molto importante, ma una semplice lettura dell’elenco dei firmatari fa scoprire alcuni particolari interessanti.

Nella maggior parte dei casi gli scettici che hanno firmato l’appello non sono ricercatori sul campo e non pubblicano i loro lavori su rivista scientifiche: e nessuno, a parte l’estensore, ha esperienza aggiornata e continua nello studio del clima.

Molti sono professori emeriti, quindi in pensione e spesso senza collegamento con il mondo della ricerca. Alcuni nomi non sono seguiti da alcuna indicazione di esperienza nello studio del clima. Altri ancora, come il visconte Monckton, sono noti per diffondere falsità sul tema del riscaldamento globale.

Dice il visconte Monckton: «negli ultimi 18 anni la temperatura della Terra non è aumentata…»
Eppure (diciamo noi), i dati mostrano il contrario (vedi)

Sulle pagine online del Guardian c’è una analisi approfondita di molti dei nomi presenti nella lettera. Solo l’estensore ha esperienza e conoscenze nel campo del clima, ma è stato più volte smentito e alcuni suoi lavori sono stati rifiutati dal mondo scientifico (potete leggere qual è la posizione di Lindzen sul sito Skepticalscience, in inglese).

Posizioni così lontane dalla scienza, come quelle di Lindzen e dei firmatari della lettera, sono per lo più basate su malafede, non conoscenza dell’argomento oppure prese di posizione ideologiche

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Per saperne di più: l’Artico che cambia. | Kerry Koepping / Caters news

Se si potesse per miracolo far pendere la bilancia della ragione con una conta di firme, allora ai 300 di Lindzen potremmo ribattere con gli 800 di #ActOnClimate: 800 scienziati, questi sì studiosi di scienze della Terra ed esperti di energia (anche in questo caso, per verificarlo è sufficiente far scorrere l’elenco delle firme), che chiedono al presidente degli Usa di fare passi importanti per contrastare il riscaldamento globale.

Esperti a go-go. La tradizione delle lettere a persone importanti per orientare la politica (sul clima o altri argomenti) è ricca di esempi. Uno è la cosiddetta Oregon petition, stesa nel 1999 da Arthur B. Robinson (fondatore di un piccolo gruppo di ricerca indipendente), per spingere l’allora presidente degli Stati Uniti (Clinton) a uscire dal protocollo di Kyoto e dagli accordi successivi.

Come tra i 300 di Lindzen, pochissimi, solo 39 degli oltre 31.000 “esperti” chiamati a firmare la Oregon petition erano climatologi o fisici dell’atmosfera. Tra i firmatari appaiono però Charles Darwin, Gerry Halliwell (delle Spice Girls, un gruppo pop degli anni Novanta) e diversi personaggi di Star Wars. Se mai qualcuno ha voluto accertarsi dell’autenticità delle firme, di certo non ha avuto vita facile.

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Altre famose liste di protesta antiscientifica provengono dai sostenitori del creazionismo, con elenchi di numerosissimi “scienziati” che denunciano l’evoluzione come una falsa teoria che spinge all’ateismo e al relativismo culturale.

A queste argomentazioni risponde il National Center for Science education, che si occupa di difendere le posizioni scientifiche negli Usa con il cosiddetto Project Steve. In risposta alle lettere dei meno esperti, anche se dotate di laurea o diplomi, ha chiesto a tutti i biologi evoluzionisti del mondo di nome Steve (o Steven, o Stephen o Stefano), in onore dell’evoluzionista Stephen Jay Gould, di firmare una lettera in difesa dell’evoluzione. E ha raggiunto 1409 firme, contro le poche centinaia di antievoluzionisti per giunta senza credenziali scientifiche, dimostrando così il valore relativo di una raccolta di firme

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