SNOW BLITZ: I GRANDI CAMBIAMENTI CLIMATICI POSSONO AVVENIRE ANCHE NEL CORSO DI POCHI DECENNI O ADDIRITTURA POCHI ANNI

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SNOW BLITZ: I GRANDI CAMBIAMENTI CLIMATICI POSSONO AVVENIRE ANCHE NEL CORSO DI POCHI DECENNI O ADDIRITTURA POCHI ANNI?

La teoria dello snow blitz, ovvero il passaggio da una fase calda ad una fredda e viceversa potrebbe avvenire nel volgere di pochi anni.
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Nella figura un dipinto di Hendrick Avercamp mostra i corsi d’acqua olandesi congelati durante la piccola era glaciale.

Difficilmente gli americani dimenticheranno l’agosto del 2005, il mese in cui l’uragano Katrina ha cancellato New Orleans e causato migliaia di vittime: una “catastrofe climatica” senza precedenti nella storia degli Stati Uniti.

E del resto negli ultimi anni è stato bersagliato dagli uragani: Claudette e Isabel nel 2003; Charley, Frances, Ivan e Jeanne nel 2004; Dennis e Katrina nel 2005 e negli anni più recenti 2 uragani, Sandy e Hermine, si sono spinti fino a New York.

Cosa è successo allora in questi primi anni del nuovo millennio?

Una risposta sembra darla il Massachussets Institute of Technology, i cui ricercatori sostengono una connessione tra il riscaldamento del clima e l’aumentata violenza dei cicloni tropicali: in particolare, secondo questo studio, negli ultimi 40 anni il potenziale distruttivo degli uragani atlantici è cresciuto del 50%.

E allarmanti sono anche le simulazioni del NOAA che, come conseguenza del Global Warming, prevedono anch’esse per il futuro uragani sempre più intensi e numerosi. Ma se è vero che le temperature del Pianeta stanno salendo da più di un secolo, come mai solo negli ultimi anni i cicloni tropicali sembrano esser diventati improvvisamente più violenti e distruttivi?

Un chiarimento potrebbe arrivare dalla teoria secondo la quale i cambiamenti climatici raramente avvengono in modo lento e graduale, quanto piuttosto con bruschi “strappi”, come dimostrato ad esempio anche da una improvvisa variazione del clima che poche migliaia di anni fa ha sconvolto l’area del Nord Atlantico.

This NOAA satellite image taken on Monday, Aug. 29, 2005, at 2:02 p.m EDT, shows Hurricane Katrina, now a Category 2 storm. (AP Photo/NOAA)

Circa 12000 anni fa, appena qualche migliaio di anni dopo il periodo più freddo dell’ultima glaciazione, la Terra si stava difatti velocemente riscaldando.

Poi, all’improvviso, nell’arco di una cinquantina di anni, su tutto il Nord America e l’Europa le temperature medie precipitarono di qualche grado, favorendo una nuova avanzata dei ghiacci e il ritorno del gelo.

Un colpo di coda della glaciazione, noto come Younger Dryas, che durò qualche centinaio di anni, finchè, nel volgere di pochi decenni, su tutta la regione il clima tornò caldo e i ghiacci si sciolsero.

Uno strano scherzo della natura? Tutt’altro! Se fino a qualche decennio fa il mondo scientifico difatti era pressoché unanime nel ritenere che le grandi variazioni climatiche si compiessero su archi di tempo dell’ordine di secoli o migliaia di anni, una delle scoperte più sorprendenti dell’ultimo periodo è stata l’individuazione, nella storia della Terra, di numerose brusche e improvvise variazioni del clima (Abrupt Climate Change) paragonabili a quella del Younger Dryas.

Anche il sorgere e lo spegnersi delle grandi ere glaciali andrebbe riletto alla luce di questo nuovo quadro.

Tuttavia lo studio delle bolle d’aria contenute nei ghiacci perenni e dei fossili nei fondali degli oceani sembrano dimostrare che il passaggio dai periodi caldi a quelli freddi sia avvenuto in passato nel volgere di poche centinaia, se non addirittura solo qualche decina di anni.

Questo vuol dire che, come ipotizzato nella teoria dello snowblitz (presentata per la prima volta nel 1970 dagli studiosi H. Lamb e A. Woodroffe), il passaggio dal caldo al freddo potrebbe avvenire nel volgere di una sola estate!

Natura non facit saltus” recita un noto detto latino. Ma questa regola sembrano disobbedire i cambiamenti climatici. Infatti secondo la teoria dello snowblitz se, durante una fase caratterizzata da energia solare incidente in diminuzione, un inverno particolarmente freddo e nevoso fosse seguito da un’estate molto fresca, si potrebbe instaurare un meccanismo a catena che in breve tempo porterebbe alla formazione di estese coltri ghiacciate.

Con un’estate fresca difatti la neve accumulata durante l’inverno non si scioglierebbe del tutto, contribuendo a riflettere parte della già ridotta radiazione solare incedente anche durante l’autunno (un suolo innevato assorbe solo il 10% dei raggi solari e riflette il restante 90%), e aprendo così la strada ad altre abbondanti nevicate che andrebbero ad ispessire la calotta glaciale in formazione.

Nell’arco di poche stagioni intere regioni verrebbero ricoperte da estese lastre di ghiaccio in espansione, dando avvio in modo del tutto improvviso ad una nuova glaciazione.

In effetti, indipendentemente dalle forze che lo spingono a cambiare, il clima ha una sua inerzia, con la quale si oppone al cambiamento.

Quando però la spinta al cambiamento (dalle variazioni dell’orbita terrestre ai cicli solari, fino alle anomalie della circolazione marina o l’effetto serra di origine antropica) diviene insostenibile, il sistema climatico cambia improvvisamente e in modo, il più delle volte, radicale.

Il clima del Pianeta insomma non varia poco alla volta di anno in anno, ma sembra piuttosto salire all’improvviso dei gradini che lo portano, in tempi rapidissimi, a subire notevoli variazioni.

Del resto una delle “regole” fondamentali che regolano la fisica dell’atmosfera è che “piccole azioni possono produrre grandi reazioni”.

Insomma piccoli cambiamenti nelle forze che agiscono sul sistema climatico possono cioè spingere il medesimo ad oltrepassare alcuni “punti soglia” che lo conducono improvvisamente a “saltare” in una nuova fase, molto differente da quella precedente, per cui anche il clima è costretto a cercare un nuovo punto di equilibrio.

Ecco quindi spiegato perché, nonostante il surriscaldamento del Pianeta sia in corso già da più di un secolo, solo negli ultimi decenni i cicloni tropicali sono diventati improvvisamente più numerosi e violenti.

Sembra però che a variare in modo brusco non siano solo la frequenza e l’intensità dei fenomeni atmosferici estremi: anche l’andamento delle temperature medie del Globo va difatti letto in quest’ottica.

A partire dalla seconda metà del XIX secolo le temperature del Pianeta sono notevolmente salite, tanto che oggi le nostre stagioni sono sicuramente più calde di quanto non fossero 150 anni fa.

Tuttavia il riscaldamento non è stato costante, e si possono anzi riconoscere periodi in cui le temperature sono salite di poco, altri in cui sono salite vertiginosamente e altri in cui, paradossalmente, il clima è tornato temporaneamente a raffreddarsi.

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La macchina climatica insomma è in grado di procedere a diverse velocità e, in alcune occasioni, di innestare anche la “retromarcia” e tornare sui suoi passi: si può spiegare così anche l’accelerazione che ha subito il processo di surriscaldamento del Pianeta negli ultimi anni.

Secondo studi del National Climatic Data Center del NOAA nel XX secolo difatti la Terra si è riscaldata alla velocità di circa 0,6 °C per secolo, ma con un ritmo assai più elevato a partire dalla fine degli anni ‘70, quando l’aumento delle temperature ha assunto un trend di circa 1,7 °C per secolo: negli ultimi trent’anni del secolo scorso il Pianeta si è quindi riscaldato più di quanto non avesse fatto nei precedenti settant’anni.

Ma cosa può spingere il clima ad invertire così bruscamente la rotta?

Ve lo diremmo nel prossimo articolo

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