Il Coraggio di dire ciò che pensiamo in un Mondo pieno di Maschere
Viviamo in un mondo di maschere, nel quale non è sempre facile dire quello che si pensa. C’è bisogno di molto coraggio e spesso si viene etichettati come persone non conformi e al di fuori delle regole.
www.fisicaquantistica.it
Quello che dovrebbe essere un vantaggio, un pregio, ossia il voler dire la propria verità, diventa una “scomodità” per il sistema, per chi ci circonda e per chi ogni giorno è abituato ad indossare una maschera diversa. In un mondo che abbiamo costruito noi stessi, fatto di apparenza, di inganni e di rapporti umani di circostanza, dire quello che si pensa, è spesso considerato poco opportuno, specie se non coincide con quello che pensa il nostro interlocutore e in generale la massa. Quindi, spesso preferiamo indossare una maschera, per adattarci a persone, eventi e luoghi. Queste maschere, sono frutto delle paure ereditate geneticamente da chi ci ha preceduto in questa società, nella quale esiste la paura tangibile di risultare inadeguati se si è sinceri, la paura di essere derisi, di rimanere soli, emarginati.
Ecco perché ci vuole coraggio per dire quello che si pensa, perché bisogna abbattere questa paura ancestrale, la paura di restare soli, la paura di non essere capiti, la paura del giudizio o di ritorsioni nei propri confronti. Ad esempio, conosco persone che pur essendo esemplari nel loro modo di vivere leale ed onesto, sono costrette a non poter esprimere quello che pensano, per il semplice motivo che se lo dovessero fare, i datori di lavoro gli direbbero magari cose del tipo… “quella è la porta!”, e con la crisi in atto e l’aumento della disoccupazione, la paura vince sul coraggio di essere se stessi. Per “convenienza” anche queste persone che magari spiccano per doti umane, si sentono costrette a non potersi esprimere a proprio piacimento, scelgono di recitare un “ruolo”, quello del dipendente burattino, e il prezzo da pagare è sempre quella maledetta maschera da indossare.
Libri e varie…
Il rischio nel non dire quello che si pensa, è quello di smettere di essere se stessi e di cadere in balia delle diverse personalità che affollano la nostra mente. Smettendo di essere “veri” si smetterà di essere se stessi: è una legge! Questo non vuol dire che il nostro Sé scomparirà da un giorno all’altro, ma giacerà addormentato nel profondo abisso della nostra essenza, sotto un immenso strato di pensieri compulsivi e personalità multiple sparate a raffica, a seconda dei contesti nei quali viviamo.
Nascono così gli atteggiamenti di “facciata”, le frasi di circostanza, l’essere carini con tutti, gentili, sempre disponibili, mai una parola fuori posto. Insomma, dei perfetti fantocci! Ma c’è di più… perché chi mente, compie uno spreco energetico non indifferente. L’indossare una maschera per ogni occasione così come il mentire comportano, infatti, un certo sforzo. Questo sforzo si traduce in un dispendio energetico inutile, perché lo scopo non è reale, bensì fittizio. Si indossa la maschera per fingere di essere reali, veri, genuini, quando in realtà la verità consiste nel coraggio di essere come siamo e nel dire ciò che pensiamo, senza maschere!
ll non mentire, l’essere se stessi sempre e comunque, insieme al coraggio di dire quello che pensiamo, comportano un minor dispendio energetico e consentono, al contempo, di non renderci schiavi delle aspettative altrui. Smetteranno così di esistere la paure, non avremo il timore di non piacere o di non essere all’altezza. Saremo semplicemente ciò che siamo e diremo ciò che pensiamo.