Con uno studio pubblicato su Physical Review Letters, ricercatori dell’università di Basilea (Svizzera) e del Max Planck Institut (Monaco, Germania) sostengono che le onde gravitazionali che si ebbero subito dopo il Big Bang (e per subito si intende quel che avvenne 10-35 (0,00000000000000000000000000000000001) secondi dopo l’esplosione) possono ancora oggi essere rilevate, se cercate nel modo giusto.
Simulazione di un oscillone, una forte e localizzata fluttuazione nel campo inflattivo del giovanissimo universo (cliccare se non si avvia l’animazione). Crediti: Dipartimento di fisica Università di Basilea
Secondo la teoria più accettata che spiega la nascita dell’Universo, dopo 10-35 secondi dal Big Bang, l’Universo, che aveva una dimensione miliardi di volte più piccola di un protone (una particella che compone il nucleo degli atomi), si espanse fino a diventare grande come un pallone da basket