L’Isola di Oak Island, è un’isola della contea di Lunenberg nel sud della regione della Nuova Scozia in Canada. Ha le dimensioni di 140 acri (57 ha) e si eleva per 11 m sopra il livello del mare. E’ una delle 360 isole della baia di Mahone. L’isola è di proprietà privata e richiede un permesso per essere visitata.
L’isola è famosa per la fossa molto profonda che fu trovata sull’isola e che ha dato luogo ad una lunga e infruttuosa caccia al tesoro.Si ritiene che il fosso sia un condotto a delle caverne sotterranee e che esso contenga un tesoro, per alcuni quello dei templari o una misteriosa tomba oppure uno scrigno di piombo contenente l’Arca dell’alleanza. Il fosso sembra caratterizzato da piani, disposti ogni tre metri, costituiti da tronchi e pietre.
La storia del pozzo affonda le radici in racconti che riconducono al 1795 i primi tentativi di scavo, quando il giovane Daniel McGinnis (1777-1862), mentre passeggiava, viene incuriosito da una depressione del terreno situata vicino ad una vecchia quercia, tra i rami della quale spiccava un palanco, una sorta di carrucola usata anche sulle navi.
Il giorno dopo Daniel, in compagnia di due amici al corrente di antiche leggende locali su pirati e tesori nascosti, iniziarono gli scavi. Ma ben presto si resero conto che quella depressione nascondeva un pozzo assai particolare. Andando in profondità, ogni tre metri trovavano una piattaforma di tavole in legno di quercia ma, arrivati al terzo strato, furono costretti ad abbandonare l’impresa, troppo ardua per loro. Nacque così la leggenda di Oak Island. Quel pozzo prese il nome di Money Pit, il pozzo del denaro.
Nel 1802, una compagnia privata, la Onslow Company, dando credito alle storie, riprese gli scavi. Furono trovati alcuni strati di carbone e argilla ma, soprattutto, fibre di cocco, che sicuramente non erano del luogo, perché in Canada la palma da cocco non cresce.
A 30 metri di profondità il morale degli uomini andò alle stelle. Si trovarono di fronte a un’enorme lastra di pietra che recava incisioni indecifrabili. Era ormai notte quando, sondando il terreno sottostante con un piede, sentirono qualcosa di resistente. Si dice che fosse lo scrigno di un possibile tesoro, o un’altra lastra.I lavoratori, esausti, decisero di rimandare la scoperta al giorno dopo, ma li aspettava una brutta sorpresa. Nel corso della notte l’acqua dell’Atlantico aveva completamente allagato il pozzo, e i tentativi di svuotarlo furono vani, il livello dell’acqua rimaneva costante. Era come se, per svuotare il pozzo, bisognasse svuotare l’intero oceano. Nel corso degli anni sono stati fatti circa un altro centinaio di tentativi, l’ultimo dei quali, datato 1966, fu un ennesimo insuccesso.Sono state avanzate varie ipotesi sul presunto tesoro che il Pozzo del Tesoro di Oak Islandcustodirebbe gelosamente. C’è chi pensa che si tratti del tesoro della corona inglese, o del tesoro dei Cavalieri Templari tra cui il Sacro Graal e l’Arca dell’alleanza.
La tesi tuttavia più accreditata e plausibile è che il pozzo sia di origine naturale (così come altri pozzi tipici della zona) e che la stessa storia di Daniel McGinnins sia una leggenda
E’ di questi giorni la notizia del ritrovamento di un’antica spada romana.
LA NOTIZIA
Alcuni ricercatori che indagano sul mistero di Oak Island, hanno recentemente fatto un annuncio che ha dell’incredibile riguardante un’antica spada romana. Gli esploratori lavorano per la serie di History Channel che sta tentando di investigare sul misterioso tesoro dell’isola, ma hanno trovato un reperto decisamente inusuale. J. Hutton Pulitzer, a capo della ricerca, si è interfacciato con gli accademici della “Ancient Artifact Preservation Society”, e insieme hanno redatto un documento sul ritrovamento, che dovrebbe esser pubblicato durante i primi mesi del 2016.
Anche se lo scavo al pozzo di Oak island è finora risultato del tutto infruttuoso, il ritrovamento di una spada romana potrebbe rappresentare solo la punta dell’Iceberg di una scoperta molto più importante. La spada è stata trovata all’interno di quella che dovrebbe essere un’antica nave naufragata, poco al di fuori delle coste dell’isola.
J. Pulitzer ha svelato la genesi del ritrovamento, che è alquanto particolare. La spada sarebbe stata trovata da un paio di pescatori, padre e figlio, alcuni decenni orsono, ma non sarebbe mai stata svelata per paura delle sanzioni riguardanti i cacciatori di tesori abusivi del Canada. I parenti della persona che ritrovò la spada, che ora è deceduta, si sono fatti avanti per svelarla ai ricercatori. Pulitzer ha effettuato alcuni test sulla spada con un analizzatore XRF, che ha confermato come la spada avesse le stesse proprietà metalliche, con tracce di arsenico e piombo, che corrispondono ad altri manufatti romani, e afferma: “Il relitto è ancora lì e non è stato mai scoperto. Siamo riusciti ad individuarlo e a osservare come si tratti, senza ombra di dubbio, di una nave romana. Purtroppo non sarà facile farsi dare un permesso di scavo dal governo della Nuova Scozia“.
Le prove della presenza Romana a Oak IslandNel tentativo di dimostrare l’autenticità del reperto, che comporterebbe il considerare la scoperta dell’America un’avventura realizzata dai Romani, Pulitzer e il suo team hanno cercato numerosi altri elementi di prova a sostegno della propria tesi. Fra questi:
– Alcuni Petroglifi scolpiti sulle pareti di alcune grotte e pietre in Nova Scotia dagli indigeni Mi’kmaq, che raffigurano quello che la squadra di Pulitzer crede essere dei soldati romani in marcia con le loro spade.
– Cinquanta parole nella lingua Mi’kmaq che sono termini nautici usati dai marinai di epoca romana.
– Una specie invasiva di piante (Berberis vulgaris) che cresce su Oak Island e ad Halifax, che una volta era utilizzata dai marinai romani per condire il cibo e prevenire lo scorbuto.
– Il fischietto di un legionario romano trovato su Oak Island nel 1901.
– Un pezzo di metallo proveniente dal centro di uno scudo romano trovato in Nuova Scozia a metà del 1800.
– Alcune monete d’oro Romane che si trovano sulla terraferma nei pressi di Oak Island.
– Due pietre scolpite su Oak Island che Pulitzer afferma indichino un’antica lingua dell’Est.
“Quando si mettono insieme tutti questi particolari non si può pensare ad un caso. Le piante, il DNA, gli artefatti, la lingua e i disegni antichi, queste sono più che congetture ma prove concrete“. Afferma Pulitzer al Boston standard.Il professor Carl Johannesen, ex-docente alla University of Oregon, è coinvolto nella ricerca e afferma come i risultati sfidino il canone ortodosso secondo il quale fu il 1492 la data in cui il Nuovo Mondo fu ‘scoperto’. Ma mentre è stato a lungo ipotizzato che altre civiltà antiche abbiano certamente raggiunto il Nuovo Mondo prima di Colombo, tra cui i Vichinghi e i cinesi, questa è la prima serie di risultati davvero convincenti che suggerisce che i Romani abbiano scoperto l’America. Che sia tempo di riscrivere i libri di storia?